Chiesa S.S. Rosario - QUADRELLI - Circolo Acli di Quadrelli

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Chiesa S.S. Rosario

La Parrocchia
 
 


La Compagnia del Santissimo Rosario a Quadrelli aveva sede in prossimità della chiesa parrocchiale dedicata all'Assunta in un'aula di dimensioni inferiori all'attuale, ricavata dall'accorpamento di più unità abitative cielo-terra, probabilmente lasciato da qualche confratello. Sui battenti della porta d'ingresso, assieme due cherubini scolpiti è incisa la data di fondazione: A.D. 1616.
All'interno la parete di fondo è quasi completamente occupata da un maestoso altare ligneo dorato dove è collocato il dipinto il dipinto raffigurante la Madonna del Rosario tra angeli e i santi Domenico e Caterina, datato 1621, opera di un omonimo pittore che ripete stancamente lo schema dell'iconografia usuale preferendo mettere in campo i personaggi principali e omettendo le scene dei quindici misteri. Ai lati di esso sono dipinti sul muro gli stemmi di papa Pio XII e del cardinale Nicola Canali, ripetuti sulle pianelle del soffitto e nella lunetta in maiolica posta sulla porta d'ingresso, segni inconfutabili della mai dimenticata generosità del presule verso la comunità. A partire dal 1940 l'edificio fu infatti restaurato e forse ampliato, decorato nel soffitto e nel fascione che corre al di sotto. Lo stemma sull'altra parete corta è del cardinal Alfonso Maria De Santis, 1942.
Tra le due finestre è collocato l'altare, ora privo di mensa, dedicato a San Carlo Borromeo, vero interprete della riforma tridentina il cui volto ebbe larga diffusione in questo territorio anche a seguito del suo passaggio a Sangemini. La mostra in legno, realizzata da una bottega locale risulta mediocre nella resa delle figure scolpite sebbene le finiture in lamina d'argento meccato e la decorazione a finto marmo azzurrino siano di buona qualità.
La pala della Madonna col Bambino e San Carlo Borromeo fu commissionato dalla stessa Società del santissimo Rosario a Bartolomeo Barbiani di Montepulciano nel 1619, pittore documentato tra il secondo e il quinto decennio del XVII secolo con opere presenti prevalentemente in un territorio compreso tra Todi, Amelia, Narni e Terni, lo stesso dove risulta attivo il suo maestro Antonio Circignani e Andrea Polinori, suo amico e compagno d'imprese.
Il dipinto si colloca nella assoluta osservanza di schemi di cultura tardomanierista e "riformata" toscana con un timido accenno di naturalismo nell'insolito gesto affettuoso della Vergine che posa la mano sul capo del Santo e, di rimando, il piede del Bambino baciato come una reliquia.
Il complesso ha sofferto in passato di un lungo e consistente dilavamento per acque filtrate dalle coperture che ha gravemente danneggiato la zona, coincidente con il lato sinistro. Il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, erogato per il restauro dell'altare di San Carlo, completa l'opera di recupero dell'intero complesso: edificio, altare maggiore,decorazioni parietali, e dal soffitto, impianto elettrico, pavimento; intrapreso dal parroco don Piero Grassi e tutta la Comunità di Quadrelli.
Il restauro è stato condotto dalla ditta Maura Giacobbe Borelli di Orvieto sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Architettonici, il Paesaggio, il Patrimonio Artistico Storico e Demoetnoantropologico dell'Umbria.


 
 
 
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